webpoetica: Il gioco dell'Anima

03.12.2010 23:22


Arte condivisibile  nel mare del web.

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  sul blog  WEBPOETICA

E' iniziato un gioco letterario

Affinchè la poesia dell’Anima

e l’iniziativa dello Spirito

dirigano Mente creativa

al non-luogo agognato.

Un titolo:

Il gioco dell’Anima

ed un inizio……

 

                                                                         Cap 1

Il pomeriggio tempestoso cedette il passo ad una notte stellata spinta impetuosamente da un vento

di maestrale che non amava lasciare tracce. La luce  lunare gocciolava velando d'argento le finestre di una

camera da letto dove si udiva la suoneria urlare:“mi hai programmata per svegliarti, sono le cinque, ben alzato”.

Aveva iniziato, un quarto d’ora prima, con tono suadente  accentuando man mano;

solo ora  lui, fuoriuscendo dalle nebbie del sogno, materialmente  si abbatteva sulla sveglia innocente.

 - quella di Lei,  programmata per le sette,  stava invece ancora prodigandosi in chakra soporiferi -.

Finalmente in piedi, abbagliato dalla luce del bagno,  alzava l’asse cercando di ricordare  

 ‘cosa stava a sognare ’ ?!………. e                  (JouleSal)

…fu Maja a fornirgli l' appiglio...               (NoiVibriamo)

si era riposizionata dopo la brusca fermata  che il  ‘Sognatore’ , l’Intercity della verità,

aveva effettuato  ed il telecomando, lasciato sulle lenzuola, era caduto con un tonfo

ovattato ..  dall' ora silente. 

Avevano la notte precedente sintonizzato il soffitto digitale sul celo stellato e lanciato il dolce sfrigolio

della  risacca Amalfitana, registrata poco prima di ripartire per New York.

Erano trascorsi tre giorni, durante il viaggio ne avevano parlato…..  ..Ecco cosa aveva sognato!

“ La precessione, l’allineamento, la porta del tempo, la scelta di restare insieme oltre l’eterno

… poi un titolo  si posizionava nello spazio onirico:                 (JouleSal)

…“pensieri a ruota libera di  un ‘astronomo ‘sognatore’ ”        (Spitama)

Era stato il commento che gran parte dei quotidiani avevano fatto al libro:

“Inverno 2012, primavera 2013, est ... e poi basta non estate ne 2014” da tre mesi sul web ma solo

da un paio di settimane  in libreria. Lui e Maja l’avevano scritto insieme ma firmato Ezechiele

‘astronomo sognatore ’ per evitare di intralciare le ricerche che conducevano da anni e,

finalmente, erano al punto di svolta; gran parte del materiale era stato ... estratto

proprio dai sogni che spesso analizzavano insieme.

Lei psicologa, ricercatrice e  responsabile  del progetto Maya al ‘ New Time Department’  

era odiata o amata dai colleghi, senza via di mezzo: "autoritaria per alcuni, autorevole per altri;

ammaliatrice  o semplicemente attraente; geniale o sfacciatamente fortunata".

Una donna affascinante,  intraprendente, ora.. dormiente: dolcemente ravvolta

al cuscino di lui che la salutava con un bacio ed usciva, accostando piano la porta.  

Salendo in macchina Prometheus Fargo,' Prof ' come lo chiamavano tutti, fece partire una canzone: (J.Sal)

Guardando verso il cielo sereno di notte -non è difficile sognare e riflettere: (SemprePazza)

 percheeee      …   Noi siamo il Vento!                                                      (SorrisodiVento)

Si sgolò stonando il ritornello ed imboccando, con la sua Toyauto, la Silver Hill Road ancora deserta;

il tetto trasparente mirava alle stelle che già strizzavano l’occhio ai primi, timidi, raggi del sole adolescente;

Il prof, cercando di  concentrarsi,  spense il lettore ..'non ho  molto tempo!'  pensò mentre

dai finestrini il vento sferzava i pensieri,  ancora, ostinatamente attaccati ai capelli.        (J Sal)

Ad un tratto, prima un sibilo, poi un puzzo di anatra carbonizzata, ed un fumo, degno

del peggiore arrosto,   lo investirono come un gancio del miglior  Tyson facendolo sbandare.

Per miracolo si arrestò ad un nulla dal vuoto. Allora  ricordò e si maledì: troppo preso dal  suo intelletto,

si era dimenticato di  controllare il livello dell'acqua al radiatore, eppure la spia, la sera prima lo aveva segnalato

anche acusticamente: 'Coglione hai finito l'acqua al radiatore'. Catturò tutte le sue stelle

con una serie di  imprecazioni e si apprestò a chiamare il  soccorso, ma proprio in quel momento,  

un suv dai vetri oscurati, che pareva  un'astronave, si fermò poco distante,

la portiera stava per aprirsi...                                                                             (Woodenship)

si fermò…tornò ad aprirsi una caviglia, una gamba irretita usciva lentamente, poi si ritrasse in fretta,

l’auto stridendo furiosamente  schizzava via. Ma che… ? ..un rumore rimpiazzava  quello dei pneumatici

e premeva alle tempie: scura, dietro l’abbacinare delle luci, un’astronave… vera? .. Enormemente vera

era sulla  testa e lo attraeva  a se.. sempre più fortemente.

Cominciava a perdere il contatto, anche  mentale, con la terra quando uno strattone al braccio lo riportò

bruscamente alla realtà-virtuale, il SUV nero era tornato e vincendo  la forza d’attrazione lo aveva strappato

al risucchio cinetico  sbalzandolo su un rosso sedile di pelle.  “ Benvenuto, maestro”  un tono dolce

 lo accolse. “ Le corriamo dietro da un po’” disse. Lui ne udì solo il riverbero                 ( J Sal)

La voce cordiale, non ricevendo segno alcuno, si fece più salda: " Buon giorno, prof….  più che la

macchina, mi pare sia lei in panne!  Accanto ha delle cicche, ne prenda una,  la tireranno lucido a specchio! "

Il luminare ricacciò vociferi e tormenti riaffiorando  alla vista dell'affascinante ammiratrice, un tempo sua allieva,

lo stava fissando con un leggero sorriso ironico sulle labbra. Abbozzò una risposta: "Non avrei potuto sperare

in una salvatrice migliore" Lei si schermì: " Professore non cominci, la conosco bene,  ed è improbabile che ci

ricaschi, sa sono cresciuta! ".

Intanto il suv correva tra ali di colline ammantate di verde .... sfocando man mano il presente.

“Dobbiamo tornare indietro”  Lui affermò quasi esplodendo come solo adesso cosciente di quanto fosse avvenuto,

Presto!” replicò allo sguardo perplesso della ragazza irrigidita, come imprigionata, nella rete viola  “Lei è in pericolo”..

Un attimo di tensione poi:  “Tenetevi forte” intimò, voltandosi appena, l’uomo al  volante,

il gigante che poco prima  lo aveva afferrato   abbassando l’intera fiancata; una brusca frenata,

un rapido cambio di marcia una decisione trasferita al volante e le ruote rifumarono nella direzione opposta.

Tanta decisione, degna di  miglior causa, non durò molto poiché andarono quasi a sbattere contro un posto

di blocco della polizia. Il gigante abbassò il vetro: "Cosa succede?" chiese  indispettito all'agente

che lo fissava con la stessa  aria impassibile di un pesce lesso; dietro ai suoi occhiali da sole, questi lo fissò muto

per un  istante infinito, poi rispose: "So già tutto,dovete  assolutamente seguirmi: tornare indietro è un suicidio.

Vi stanno cercando...". I tre passeggeri si guardarono  in faccia meravigliati: possibile che fossero  già stati scoperti?

Il poliziotto li convinse ad abbandonare il veicolo, giusto in tempo per non  finire arrostiti dal lampo che lo ridusse

a carcassa  fumante. Salirono di corsa sul mezzo corazzato del poliziotto che scartò un altro colpo, schizzando  

verso l'alto col pilota aggrappato alla cloche  che sudava e imprecava..."Vi porteremo noi", stava dicendo l'uomo

in divisa all'affranto scienziato  che si era ritrovato tra le braccia la sua ex allieva sconvolta dalla piega improvvisa

degli eventi.  "...Abbiamo le vostre mappe e progetti,  c'è una starship che vi aspetta..."   -JouleSal - Woodenship-

La ragazza, tremante comunicava con gli occhi, stringendosi ancor più al braccio del prof; gli eventi stavano l

oro sfuggendo di mano, ed in quella paradossale situazione lei trovava conforto già solo in quelò tocco,

in quel braccio possente, in quell'autorità-autorevole di cui era sempre stata innamorata,

in segreto       (Katartica)

                                                                   Cap 2

Tutto fù come in vortice. La potenza incontenibile di un uragano impose la sovranità del pensiero e dominò le inquietudini...

Chi sapeva - o pensava di sapere- non comprese mai  che, in realtà, fù proprio nel vortice l'evolversi di quel tempo (Occhidigatta)

Non erano ancora le sette, nei sogni di Maja l'eco delle risa e le margherite profumate era stato soppiantato

dall’approssimarsi di  un’oscura presenza, s’era alzata agitata,  sulla faccia acqua ghiacciata e mentre in

fretta si vestiva qualcuno le comunicava  di allontanarsi: era il pensiero di Lui 

Stava calzando le scarpe, un sibilo  acuto  mandò in frantumi i vetri della camera  da letto,

Lei si lanciò per le scale ed aveva ancora in mano una scarpa quando, uscendo dal portoncino, incontrò Pat,

il musicista del primo piano, che non riuscendo a  dissimulare la sorpresa esclamò: “Ehi, quanta fretta!”

“Certo” Lei rispose prendendolo sottobraccio: “Ho proprio bisogno di un caffè”                       (NoiVibriamo)

Il bar era pieno dei mattinieri lavoratori agitati dall’evento che stamane   aveva anzitempo  risvegliato  

il quartiere nord della grande mela. “ E’ uno di quei mezzi sperimentali che il governo  sta provando”

diceva con l’aria saccente  un’ impiegato col giornale ben aperto davanti, 

“ Non sembra nostra, è un’ astronave” replicava un altro guardando l’enorme discoide scuro

obliquamente  appoggiato al palazzo. La sagoma si manifestata ad intermittenza poi s’era

stazionata sul ‘ c’è ’, dalla nuvola di povere e fumo emergevano Pat  che stupefatto si voltava

continuamente e Lei  che lo tirava a fatica verso il bar. Una luce sfocata si avvicinava, rischiarandosi man mano

sino ad  abbagliare raggiunto lo spiazzo ed atterrare, Lui uscì dalla starship e corse ad abbracciarla poi i tre

salirono sul velivolo che si allontanò rapidamente  come era venuto.  Una volta a bordo Lui spiegò:

“Hanno rotto il trasduttore di virtualità”, 

la ragazza ribelle aggiunse: “Adesso si vedranno, e senza manco gli occhiali” 

“Ti riferisci al film,  Essi vivono?” chiese uno sbigottito agente facendo cadere i fascicoli che il capitano

aveva ordinato. Una risata echeggiò tra le sottili pareti in volo.

Intanto nel locale l’ologramma del barista, perdendo consistenza, versò il cappuccino attraverso il giornale

direttamente sull’impiegato arrogante che poco  finemente bestemmiò in babilonese prima di rarefarsi

e mutare in alone macchiato. Lo stupore era palpabile tra gli avventori del bar Orione, gli habituè

si guardarono sgomenti quando dalle ceneri  del ragionier  Jack Cuozzo si materializzò un sauroide  

dal muso enorme ancora sporco di cioccolato.                                                                   (J Sal)

Il cioccolato gli sporcava tutte e due le membrane  color porpora che si estendevano dal collo fino al ventre.

Con sguardo di chi cercava guai, fisso' prima il barista, che si dissolse in un istante, e poi i malcapitati,

che gia' svelti, fecero scivolare quasi d'istinto e  silenziosamente, le mani sulle loro armi a iotroni,  

in grado di fulminarlo in un lampo.

Ma ecco, al centro del Bar...si apre un varco spazio temporale,  circolare, perfetto  nella sua luminosita'...

le sedie iniziarono a tremare, i tavoli si sollevarono  di un paio di centimetri....la luce si annullò. (Dafne)

Un istante dopo 'Swapp...ssss..'. il sauroide s’era eclissato ed  il varco richiuso, sull’astronave madre nella  sua

traiettoria celata dalla luna i led rossi che segnalavano la caduta di tensione  della virtualizzazione si accendevano

in serie,  come su di un albero in festa; Il crash della navicella ‘Adamo’ visibile e pesante  tanto da  aver reso 

‘pendente’ il palazzo, l’esaurimento della parrocchia spia bar ‘Orione’ e  di conseguenza le satelliti

confraternite pub, sala giochi, negozi  ‘Pleadi’ disseminate nel territorio aveva reso necessario l’utilizzo

massiccio del  tunnel spazio–temporale in una  vasta zona dell’emisfero nord–occidentale  

e stava pesantemente incidendo sulla riserva  d’energia della orbitante ‘mamma’ spaziale.

Si vedevano in giro per la città decine di bassi,  grigi personaggi dalla testa spropositata

e le movenze ripetitive, erano gli androidi fuggiti dalla navicella in panne mentre i loro   dei-padroni,

simili alle mantidi terrestri ma  eretti e altissimi, s’erano  precipitosamente spostati nella loro dimensione

parallela lasciandoli soli e senza direttive.

Alcuni bambini, convinti fossero ET telecomandati, stavano per toccarli ma erano stati prontamente  rincorsi

ed allontanati dai genitori: quei cosi puzzavano in modo terrificante!

L’arrivo della gigantesca Anunnaki la nave che aveva predisposto e coordinato la colonia   terrestre sin dall’inizio

ricollocò, riattivando il  virtualizzatore, ogni cosa al suo ‘retto’ posto;

I mezzi d’informazione parlarono dei 30 minuti  di follia che avevano sconvolto  la grande mela e  le città limitrofe

con un  velo di ironia spesso quanto la iuta e  tanti di quei messaggi subliminali che la cosa  divenne presto una

‘sciocchezza’ per l’intero paese. Nel resto del mondo si commentavano con  scetticismo le immagini diffuse dal

web etichettandole come ‘solite stranezze di  NewYork’.

                                                                         Cap 3

Sulla Starship svolte mappe e progetti erano stati fatti partire i primi impulsi, gli elaboratori caricavano i dati

di ritorno mentre uno speciale programma esaminando la sonorità dell’eco, filtrando riverbero e rumore di fondo,

iniziava a delineare i contorni di un tratto libero dall’onda distorsiva: gli sguardi dei passeggeri e dell’equipaggio

della nave stellare fissavano attoniti una immensa distesa d’acqua purpurea percorsa

da inusitate tempeste magnetiche.                                                                             (JouleSal)

I "trenta minuti di follia" a cui avevano assistito sul web, minacciavano di essere dei bruscolini, a fronte di ciò

che andava preparandosi sotto di loro:la distesa, all'inizio placida, ora, sotto la spinta delle tempeste, cominciava

ad assumere le forme più tormentate di onde paurose che scavavano abissi vertiginosi. Il colore purpureo

si era fatto plumbeo ed a fatica il sistema gravitazionale, della nave le impediva di essere risucchiata e travolta.

Il comandante diede l'ordine di riunire d'urgenza lo stato maggiore e gli organi più rappresentativi dei passeggeri

e cominciò così il discorso: "Ho appena ricevuto un messaggio telepatico..."               (Woodenship)

Il prof e Maja si guardarono un istante poi trasmisero, direttamente alle pepsi-cerebrali dei civili a bordo,

ciò che si erano letti tra gli occhi: "le comunicazioni telepatiche sono prerogativa delle interforze, una sorta di

cuscinetto neutrale strutturato militarmente e molto potente. Avevano però posizioni diversificate ed anche se

al momento si erano dimostrati protettivi bisognava comunque vigilare".

La Starship era da considerare un’incognita e ne Lei, ne Lui, tanto meno Pat e gli altri sedici ospiti della nave

sembravano armati, ma il gigante,  con un gesto appena percepibile, fece capire di avere un asso nella manica.(Jsal)

Intanto il discorso era finito ma gli ufficiali si guardavano in faccia smarriti, scambiandosi occhiate d'apprensione.

Il capitano che aveva afferrato al volo, chiarì: "Forse ancora non siete stati messi al corrente che il sottostante

pianeta appartiene alla categoria Solaris. Come ben saprete è una categoria di viventi assai particolari,

dotati di poteri ancora tutti da indagare. Così, l'Entità che si è messa in contatto con me, mi ha comunicato che,

prima di lasciarci atterrare nella nostra colonia, vuole parlare con un nostro passeggero: il Professore, esimio

astronomo che ci è stato affidato, con la sua assistente e la guardia del corpo. L'Entità vuole che egli sia sbarcato

da solo per chiarire alcuni aspetti della sua missione..."                                          (Woodenship)

Erano quindi ben oltre la terza’ il prof stava pensando, Solaris difatti stazionava nella sesta dimensione anche se

manteneva un occhio satellitare nelle dimensioni precedenti, “oppure si trovavano proprio su uno dei satelliti?”

fu quanto domandò al Capitano. Questi rispose alzando le sopracciglia e mostrando le mani “ Bho?,

A dire il vero non ne ho la più pallida idea” disse.                                                        (J Sal)

Cap 3.1

Nel cielo color porpora, tre soli splendevano instabili. I loro raggi si diffondevano in modo anomalo sulla strana

crosta si cui poggiavano i loro piedi. Una strana nebbiolina celeste e scintillante, avvolgeva dapprima i loro piedi,

sino ad arrivare alle caviglie...dove uno strano brivido, misto alla paura, faceva pensare ai malcapitati che

qualcosa sarebbe successa da li a poco                                                                   (Dafne)

Il Professore maledì il capitano con tutto l'equipaggio:possibile, pensava, che un essere dotato di telepatia,

non riuscisse a mettersi in contatto con lui direttamente, magari nella sua confortevole cabina, mentre se ne

stava con la sua Maja? - ex allieva? accoccolata sul suo petto? Che bisogno c'era di farlo scendere

in un paesaggio così osceno per le manifestazioni perverse di... già, pensò... e se era una trappola?

E se il capitano voleva solo sbarazzarsi di lui? ..                                           (Woodenship) 

Mentre erano ancora a bordo i cinque, o meglio i quattro più un'intontito prof, avevano deciso,

prima di scendere sul ‘occhio satellitare’, di operare una sostituzione. Maja aveva praticato taglio e tintura ai capelli,

s'era truccata ed indossato la gonna e le calze viola di Sally che nel frattempo si struccava ed indossava i suoi,

in tal modo Maja sarebbe restata con Pat sulla nave. Tramite l’ultrasensibilità avrebbe mantenuto,

senza perdere di vista il mezzo interforze, il contatto col Prof che era sceso quindi con l’ex allieva,

in vece di assistente, e Mac Njor il gigante afro-scozzese.                       

Utilizzando il ‘confusion’ , uno degli aggeggi che Mac s’era portato dietro,  le due donne, inoltre, si erano

scambiate le connessioni cerebrali , la traslazione sarebbe durata poco ma forse.. quanto basta. (JSal)

Il Professore, ancora confuso da tutti quei movimenti, anche perchè assorto in considerazioni a tratti sconfortanti,

sguazzava nella melma rossastra fino alle ginocchia, alla ricerca di quel contatto che avrebbe dovuto

chiarire una missione, fino a quel momento oscura e senza costrutto. Ad un tratto, fece uno scarto

fulmineo che lo mandò con la faccia immersa nella poltiglia. Quando risollevò la testa grondante,

si accorse di averla scampata bella:un seno enorme si stava sciogliendo accanto a lui, se l'avesse colpito...

Un lampo doloroso gli aprì la coscienza: tutto ciò che stava vedendo era una proiezione del suo inconscio.

Quelle forme oscene e putrescenti erano generate dall'Entità, ma rimandavano... all'inconscio umano e

a tute le schifezze ataviche che ci albergano. Una cosa l'aveva capita il prof.: era una partita doppia che

stava giocando. Una proiezione di sè era sul ponte della nave; l'altra era lì a zompare nella sbobba color vinaccia.

E sguazzando arrivò in una specie di piazza, enorme, dalla circonferenza ampia punteggiata da grossi globi

di un liquido gelatinoso e fosforescente,che si sarebbe potuto dire che fossero dei modelli di pianeti.

Rimase a bocca aperta per un'eternità. Poi una voce che gli giungeva dai neuroni lo strappò allo stupore:

"Quelli che vedi sono i pianeti che costituiscono il cerchio primevo dell'energia dell'acqua vitale. E' inutile che..

ti spieghi la sua importanza, ma sappi che l'unità è in grave pericolo:hai già avuto dei segnali della potenza

della volontà distruttiva, e delle sue capacità nel sovvertire dimensioni e mondi.

La vita è un bene più unico che raro nell'universo impossibile ed i pianeti liquidi che vedi, ne sono detentori e

propagatori nello spazio. se guardi bene, sulla tua destra, è il globo terrestre. E' lì il grosso problema: gli invisibili,

mangiatori d'arsenico, stanno divorando la realtà." La testa la sentiva come uno dei globi, gorgogliante di

materia grigia che andava in tutte le direzioni, seguendo un moto ondoso che gli dava la nausea.

Gli venne da pensare alla sua Maja lasciata sulla nave, che in quel momento faceva il suo

giretto romantico con la proiezione di lui... Un po' infingarda,forse, questa entità.. (Woodenship) 

 

Cap 3.2

Il lento proiettarsi non poteva che non confonderlo nella sua innaturale certezza, ma non si arrese agli

eccessi di tal globo.. e dell’entità mutaforma. Certo della sua potenza non ebbe alcun timore

d’infrangere il passato e lanciare la sua proiezione (occhidigatta)

Maya lo sentì nel medesimo istante in cui il prof l’aveva pensata, aveva l'aria di un tranello, l’entità era

dinanzi ai tre nella forma che ciascuno stava immaginando, erano effettivamente sullo ‘sguardo’

che le entità avevano lasciato nella quarta dimensione ad un solo ‘salto’ dalla terra. L’apprensione aumentò,

stringendo le mani di Pat  lasciarono la plancia mentre tutto l’equipaggio era con gli occhi fissi allo schermo

ed iniziando a perlustrare la nave: " Non farti irretire" gli trasmise. 

Intanto l’entità aveva mandato nel ‘pallone’ Sally e Mc Njor alle prese con i loro ‘film’ interiori: l’una a guidare

la più pazza astronave del cosmo, l’altro a raccogliere, con la mano enorme, minuscole more da un rovo multicolore.

Il professore concentrò le facoltà percettive sul nulla, sgombrò la mente dai ricordi, dai sogni trascritti,

 dalle paure profonde ed i timori contingenti; chiuse gli occhi ed attraversò le tre fasi meditative

prima di sganciarsi dalla materia e fluttuare nel suono antico dell’Ohm.

Era in sintonia, la vibrazione emanata dall’entità si perdeva ed una voceptofonda, ora dalla sinistra, dal passato ..

26.000 anni terrestri, scandiva ...piano..come scolpendo l'aria:                                         (J.Sal)

 

           Cap 4

 

“In Principio non vi era nulla .. e ..  il nulla .... già conteneva il Tutto.

Nel moto silenzioso, che sembrava fermo, ..  fluiva ..  ebbe inizio ... la Coscienza del nulla.

Allora diede una forma al nulla ... e nacque il caos

e dal caos,.. la Coscienza diede origine all’Anima, che già Era.

Lei era la Coscienza stessa e la Coscienza era Anima!

Anima decise di creare dal caos qualcosa e ... a questo qualcosa diede il nome di Universo.

L’universo le sembrava bello e ogni giorno nascevano  stelle e pianeti.

Il nulla stava prendendo forma e il caos stava diventando ordine.

Ma non era sufficiente ad Anima.... Le sembrava così poco!

decise di creare altri Universi, simili al primo, ma non uguali.

Erano vicini e sovrapposti, ma ben distinti l’uno dall’altro.

Erano visibili ad Anima, ma invisibili fra loro;

erano udibili ad Anima, ma silenziosi fra loro e...

Anima percepiva la loro Energia, si percepiva,..

ma loro non potevano distinguere la propria e percepire quella d’altri.

Ogni Universo era a Sé e ciascuno era in tutti.

Lei era la regista di questo immenso, ....  in cui tutto era scritto.

I personaggi davano vita al Suo Spettacolo e Lei bisbigliava loro,

ma gli Dei decisero di ribellarsi e si allontanarono da Anima.

Divennero sempre più Potenti contro Anima e.. volevano distruggere l’Opera Omnia

che...  Anima desiderava e che ogni giorno Rinasceva.

 

Il Male voleva un Impero tutto e solo suo!

Ma Anima era la Coscienza Divina, l’Increato Primevo, molto più del male e.... la sua potenza...

era la manifestazione del Divino ....

Lei era forte e sicura.

Lei non temeva quello che aveva creato,

Lei sola poteva distruggerlo;

tuttavia... Anima era buona e lo è tuttora.

Lei non voleva uccidere e disintegrare e....

così decise di attendere, ..con la speranza ...

che un giorno tutto si sarebbe sistemato.

Quando il male ebbe contagiato tutti gli universi,

Anima capì che doveva fare qualcosa

e iniziò a sussurrare all’orecchio dell’Essere Umano

perché aveva donato loro quell’elemento in più....

.. che altri non avevano;..  quel gene meraviglioso..

..che era il gene della rinascita e della comprensione.

E così coloro che “udivano” la Parola bisbigliata nel Cuore,

decisero di ribellarsi al Male. Anima era con loro e in loro,

Anima era Loro Stessi... ed.. infatti... non avevano paura”. (Sophia)

Ma era la Genesi ‘MU’ narrata nel loro libro!

La leggenda voleva fosse stata scritta sull’acqua e trasportata dal vento sino alle coste Lemuriane

dove era stata incisa sul versante sud della montagna che ‘strapiombava’ nel mare. Era stata tradotta

e riportata dai testi arcaici che, se pur ritrovati in zone archeologiche di 4 continenti diversi,

sembravano seguire una ben precisa sequenza. Differenziavano leggermente ed erano state tutte

riportate fedelmente, quella Atlantidea recitava:

“Non v’era nulla intorno al centro – e nulla il centro – tuttavia, nel moto silenzioso,... tutto confluiva

..  nell’Alba della Coscienza. Alla luce una forma, un suono caotico - unica armonia: Anima, che già Era.

Tra il caos qualcosa si concluse:' l’Universo Intraprendente' Germinava l’attimo, le stelle, i pianeti .. galassie poi..

risucchiava il tutto in un buco nero.. come plastilina si ricomponeva dall’altra parte. 

Il nulla era forma e suono, il caos diveniva non-disordine.

Ecco allora altri Universi, simili, vicini, sovrapposti ... ma distinti perchè invisibili e silenti tra loro.

Coscienza percepiva la loro Energia ... si percepiva,  ma loro ..No!   Non riuscivano ad avvertirla...

Non sentivano Anima,  immersa e spettatrice dell’Immenso in cui tutto era, fu, è, sarà 

- scritto con caratteri mobili e vivi- ”.

 

Il respiro mistico, nella descrizione atlantidea, prevaleva, era scevra dal male, ma quanto seguiva cronologicamente

era inquietante. Nella pergamena Major si parlava della volontà distruttiva, degli dei non-Anima e delle loro

capacità nel sovvertire  dimensioni e mondi, nella pietra di Tiwanaku degli invisibili,  mangiatori d'arsenico,

divoratori della realtà ed artefici della virtualità, la stele rinvenuta alle Bermuda parlava di forze contrarie alla

Coscienza,  divenute sempre più potenti al fine di distruggere l’Opera Omnia che Anima desiderava e che ogni

giorno Rinasceva.

Il Male voleva un Impero tutto e solo suo, dove imprigionare la Luce Animica ed alimentarsi della sua  infinita Energia.

La datazione era stupefacente e concordante: l’archeologia astronomica era una  scienza consolidata: 26.000 anni

ricorrenti almeno cinque volte, come aveva potuto appurare studiando le mappe stellari accuratamente compilate

nei documenti, scolpite nella roccia ed incise alla base della stele.

La ciclica evoluzione animale-uomo era frutto genetico dell’impero in quanto ideale contenitore della

‘trasparente matrice di luce’ ; ma ogni qualvolta, 26.000 anni circa, l’uomo diveniva  ‘Essere Umano’

consapevole,  riconoscendo gli dei creatori e la virtualità: se ne liberava.

Iniziava allora il ritorno alla  Realtà,- la riconquista del sé Divino, -la ribellione all’universo virtuale.  

La corrente Animico-Coscienzale sfociava nella ricerca della Fonte!  Ecco che allora “Accadeva!” (Jsal)

Cap 4.1

Ma che delirio tutto ciò! Possibile che la situazione fosse così deteriorata? Possibile che i mangiatori d'arsenico

avessero rosicato le molecole divisorie tra i diversi livelli fino a quel punto? Il prof. era sprofondato nella disperazione,

non ci capiva più nulla: ’cosa era reale e cosa finzione’?  Forse una soluzione c'era, era stata l'entità a suggerirla,

ma lui aveva paura. Ma, del resto, sia sull'astronave che in tutto quel rabbuffo di livelli che lui vedeva entrare in

contatto, oppure in quel accatastarsi di anni così privo di costrutto per la sua missione...

Come faceva ad essere, stare ancora su quel pianeta...

Le proiezioni del mare di porpora si mostravano sempre più aggressive, doveva agire...  Si avvicinò al globo tremulo

che l'entità aveva indicato come la Terra,e ci si buttò dentro. Il contatto provocò un flash lui sentì come se gli atomi

costituenti il suo corpo avessero deciso di andare ognuno per proprio conto              ...W....

non era un paradosso quantistico, di fatto                                                               ..Sal..

gli atomi del povero malcapitato.. aleggiavano nell'aria come nebbiolina di un mitigata giornata d'inverno.

Vagavano .. ma con una certezza che lo Spirito del Prof. unisse le particelle in una Presenza Superiore..

Elevata...quanto quella dell'Entità'.  Questa, infatti percepì l'immane potenza delle sua capacità percettive,

e ne fu stupita. Da li' a venire, eventi eccezionali  stavano preparando a manifestarsi..(Dafne)

 

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